Visitare New York in 4 giorni si può. Sono sufficienti un buon budget di chilometri ai piedi (per scoprirla davvero, Manhattan la girerai quasi interamente a piedi) un abbigliamento a cipolla (nella Grande Mela il tempo è imprevedibile) e il New York City Pass, il carnet che include l’ingresso alle principali attrazioni, con il valore aggiunto di saltare le file. Noi eravamo lì la seconda settimana di Novembre, tutto sommato uno dei migliori periodi: camminando nel Village sarai ancora in tempo per vedere le case addobbate in occasione di Halloween; non sarà, in teoria, così tanto freddo (non avrai la sfortuna/fortuna di trovare la neve); rimarrai senza fiato di fronte ai colori autunnali di Central Park e potrai perfino avere un assaggio dell’atmosfera natalizia. Ma procediamo con ordine. Ecco come abbiamo organizzato il nostro tour.
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DAY 1
Atterriamo nel pomeriggio e raggiungiamo a bordo di uno dei tanti yellow cab, i famosi taxi gialli, il Roosevelt Hotel (sì, alloggeremo dove è stato girato “Natale a New York”). E’ venerdì e al MoMa alla sera l’ingresso è gratuito, per cui ne approfittiamo (purtroppo, per ragioni di tempo, sarà l’unico museo d’arte che visiteremo). Con una breve passeggiata, mentre i clacson ci cullano nel nostro stordimento da jetleg, raggiungiamo il Rockfeller Centre. Camminiamo con il naso all’insù e ci sentiamo infinitamente piccole di fronte ai grattacieli che sembrano arrivare alle nuvole. Ecco il Radio City Hall e poi finalmente saliamo al Top of the Rock. La vista di notte di Manhattan dall’alto è una di quelle immagini che ricorderai per sempre. E’ una distesa infinita di luci che non si spengono mai. Nemmeno negli uffici deserti. Concludiamo la serata nel distretto di Broadway, cenando da Ellen’s Stardust, un classico diner americano, che si distingue per le esibizioni live dei suoi camerieri. Di colpo saltano sul tavolo, afferrano il microfono ed è subito show. Prima di rientrare, un’occhiata a Time Square. Qui fra le 9 am o pm non c’è differenza. E’ tutto insegne a led, musiche, negozi, persone, persone e ancora persone. Time Square è il centro del caos, è il cuore pulsante della frenesia di New York.
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DAY 2
Facciamo colazione al Manhattan Cafè, che offre un fresco buffet. Al secondo giorno riserviamo la scoperta dei vari quartieri della città, seguendo la Fifth Avenue. Iniziamo salendo sull’Empire State Building (appassionate di “Gossip Girl” proprio lui non può mancare!) per godere di un panorama mozzafiato, questa volta alla luce del sole. E’ poi la volta di Madison Square Park, il giardino, ai piedi del Flaitiron Building, popolato da socievoli scoiattoli. Superato il famoso edificio a forma di ferro da stiro, ci imbattiamo nel profumatissimo mercato gastronomico di Union Square e finiamo quindi a Washington Square Garden, il parco con l’arco di trionfo, animato da artisti di strada. Ci ritroviamo così nel cuore di Greenwich Village, rifugio storico dei protagonisti della Scuola di New York. Fra loro, nomi del calibro di Jackson Pollock o Andy Warhol. Qui i grattacieli di vetro lasciano il posto agli edifici in mattoni con le scale antincendio sulla facciata. Pranziamo da The Grey Dog, una hamburgeria buona e stilosa. Attraversando Soho, il distretto famoso per loft, boutique e gallerie, arriviamo a Little Italy, piuttosto pacchiana, e alla vicina, ma losca, China Town. Proseguiamo poi fino al Porto storico di New York. Ecco una magnifica vista su Brooklyn, ormai buia, e i vecchi mercantili in contrasto con il modernismo del Civic Center. Congelati dal vento freddo dell’East River, risaliamo in subway fino ai mercatini natalizi di Bryan Park, dietro la Pubblic Library. Distratti dalla pista di pattinaggio e dalle casette di legno con articoli d’artigianato, quando alziamo gli occhi al cielo scopriamo la punta dell’Empire tinta di luci arcobaleno.
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DAY 3
Ci svegliamo e fuori c’è il sole. Quale miglior occasione per visitare Central Park in Autunno? Lo esploriamo in lungo e in largo in bicicletta, ma è davvero immenso. C’è un boschetto, dedicato ai Beatles dopo la morte di John Lennon (ucciso davanti al Palazzo Dakota, da lì poco distante), dove qualcuno suona le note di “Imagine”. E poi c’è il famoso lago della Boat House, dove è possibile noleggiare una barchetta a remi e perdersi fra le fronde dei salici piangenti, piegati sull’acqua, sullo sfondo del The San Remo, il noto edifico a due torri dell’Upper West Side. Ormai pomeriggio, partendo dalla Grand Central Station, la più grande stazione del mondo, ci trasferiamo a Brooklyn e dintorni. E’ domenica e negli edifici di Industry City si tiene in inverno il Brooklyn Flea Market, uno spettacolare mercatino vintage. Il paradiso per gli amanti del collezionismo. Passeggiando fra BrownStones, le caratteristiche case a schiera in mattoni rossi, arriviamo alla Brooklyn Promenade, il percorso pedonale affacciato sull’East River. Lo skyline notturno di Manhattan ci toglie il fiato. E’ immensa, eppure così compatta. Non c’è foto che riesca a rendere giustizia alla suggestione di questa vista. A malincuore, concludiamo la giornata con una pizza nel quartiere hipster di Williamburg. Di norma siamo per la cucina locale, ma il cibo americano ormai ci ha mettendo KO. Junk food 1 – 0 MarbreBlond.
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DAY 4
Ci alziamo di buon’ora e attraversiamo Hellen’s Kitchen, un tempo ghetto di New York, oggi borough di tendenza, dove riconosciamo Becco, il primo ristorante di Joe Bastianich. Arriviamo quindi al lungo Hudson, dove troviamo ormeggiata l’Intrepid Sea, un’immensa portaerei adibita a museo militare. Al pier 83 ci imbarchiamo sulla Circle Line (inclusa anch’essa nel New York City Pass) per la gita in battello fino alla Statua della Libertà, un dono francese oggi simbolo d’America. Vedere dall’acqua Manhattan ancora dormiente è davvero affascinante. I vecchi edifici industriali di Chelsea si scontrano con i grattaceli del Finalcial District. Tornati al molo, imbocchiamo la High Line. Una passeggiata sopraelevata, ricavata da una ferrovia dismessa e brulicante di installazioni d’arte contemporanea, che fiancheggia al tempo stesso giganti di vetro, magazzini decadenti e cantieri edili operativi h24. E’ qui che si coglie la vera essenza di New York, una città dove, appunto, passato e futuro si fondono, dando vita ad un presente unico nel suo genere. Facciamo sosta al Chelsea Market, un meraviglioso mercato coperto, allestito in una vecchia fabbrica di biscotti. Bottege di ogni tipo e street food buono da impazzire. Sushi vegetariano realizzato al momento e pescherie assortitissime che cucinano aragoste ancora vive, alla modica cifra di 100 dollari. Ma presto lo stomaco ci si chiude. Al pomeriggio, infatti, dedichiamo la visita al 9/11 Memorial & Museum. Il One World Trade Center, con i suoi 540 metri, svetta sul luogo della tragedia delle due torri. Al loro posto, oggi, due enormi vasche di lamiera nera, con incisi i nomi delle 2974 vittime, dove l’acqua sembra precipitare in un vuoto senza fine. Parecchio provate, concludiamo la giornata passando per Wall Street, dove il suo celebre toro è ormai sfinito dai patetici selfie a cui i turisti lo costringono. Rientriamo infine in hotel, arrivandovi da Roosvelt Island con l’air tram, una cabinovia che “sorvola” l’East River, fiancheggiando poi le vetrate degli appartamenti senza tende.
New York è così, è tante cose insieme. E’ piena di luoghi visti e rivisti, in troppi film ad ogni età. Ma è anche terribilmente accattivante, in continua evoluzione, con angoli inaspettati, lontani dagli itinerari più battuti, che da soli valgono il viaggio. Quattro giorni non saranno di certo sufficienti per conoscerla come le proprie tasche, ma potranno bastare per coglierne la magia, realizzare il sogno di averla finalmente vista, e, tutto sommato, scoprirla in tantissime sue parti. Dunque, se mai ti capiterà di eleggerla a prima tappa di un Coast to Coast e, come noi, non avrai troppo tempo a disposizione per visitarla, potremmo venirti in mente e questo articolo potrebbe rivelarsi prezioso.
See you soon Big Apple!
La guida/cartina che più preferiamo quando si tratta di scoprire città
Stai organizzando un viaggio a New York?
…o semplicemente ne sei da sempre innamorato?
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Bellissimo racconto! Leggendo l’articolo mi avete fatto venir voglia di ritornare in questa meravigliosa città !
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La grande mela ha il difetto di creare dipendenza!😜🍎 Grazie mille Samuele😉
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