Illusione o realtà? Alle porte del deserto, circondata dalle vette dell’Atlante, sorge una maestosa città rossa. Le mura color ocra racchiudono la medina, con i suoi palazzi senza tempo, le sue moschee, i suoi insospettabili patio ricchi di fontane e il suo labirinto di vicoli bui. Là, mentre piazza Jemaa el-Fna non dorme mai, abbondano i bazar, i carretti trainati dagli asini e una folla di abitanti vestiti con caffettani e gellabe.
In un weekend primaverile decidiamo di andare alla scoperta di Marrakech. Abbiamo a disposizione quattro giorni, che non bastano per fare un tour approfondito di quella terra meravigliosa che è il Marocco, ma che sono ampiamente sufficienti per esplorarne a fondo una delle sue più belle città imperiali. Il clima mite, i colori, gli odori, i suoni, le persone…Marrakech ti attira a sé con la sua energia, ti sovraccarica di stimoli e finisce inevitabilmente per stordirti con la sua frenesia. Il tempo di atterrare, superare gli interminabili controlli aeroportuali, raggiungere in taxi la medina (temendo di non sopravvivere alla spericolata guida marocchina), ed eccoci di colpo proiettate in un’antica Sammarcanda che incanta fin dal primo istante. Un mondo culturalmente molto lontano dal nostro ma proprio per questo così affascinante. Del resto, non è forse quando la diversità è sinonimo di bellezza che si coglie la vera essenza del viaggio?
Se c’è un volo per il Marocco che ti aspetta oppure sei semplicemente curioso di conoscere i segreti della città rossa, quello che stiamo per scrivere potrebbe interessarti.
Di seguito le 10 cose che devi assolutamente sapere/vedere/provare una volta a Marrakech.
1. Piazza Jemaa El-Fna ساحة جامع الفناء
“Tutte le strade portano a Roma”…anzi no, alla Place, come amano affettuosamente definirla i locali. Jemaa El-Fna è il cuore pulsante di Marrakech, il primo il luogo che vedrai arrivato in città (è a pochi passi da questa che si trova il capolinea di taxi, autobus, calessi e tuc tuc) e quello in cui inevitabilmente ritornerai più volte al dì. Ti capiterà perfino di considerarla la tua stella polare: quando ti perderai nei derb (l’inestricabile dedalo di vie) della medina – perché, stanne certo, prima o poi succederà – finirai sempre e comunque per chiedere di lei. Ma che cos’ha di così tanto speciale questa piazza? Prima di tutto Jemaa El-Fna è Patrimonio orale e immateriale dell’umanità proprio per lo spettacolo culturale che qui si consuma ogni giorno in maniera sempre diversa. Questa polverosa area ospita una concentrazione altissima di attività tradizionali: cantastorie, musicisti, ballerini, fachiri e incantatori di serpenti intrattengono i turisti (e non solo) che decidono di trascorrervi la serata. Dopo la 17 la piazza prende vita e il caos regna sovrano. All’ombra della Koutoubia (la moschea che con il suo altissimo minareto domina Marrakech), mercanti e gastronomi di fortuna cercano di attirare nei propri stand più clienti possibile. Uscirne storditi è inevitabile: i fumi delle griglie roventi offuscano la vista e gli schiamazzi di persone e animali si uniscono in una litania ipnotizzante.
ISTRUZIONI PER L’USO Ci sono due modi per vivere in maniera autentica Piazza Jemma El-Fna. Il primo è quello di addentrarcisi, mangiando slow food tradizionale presso i chioschi e assistendo ai vari spettacoli degli artisti. Questa prima opzione richiederà una buona dose di pazienza e un forte spirito di adattamento A) per le condizioni igieniche piuttosto critiche delle cucine improvvisate B) per l’insistenza estenuante di chi arriverà a strattonarti pur di convincerti a sedere al suo tavolo. Il secondo modo, quello più rilassante, è ammirare dall’alto la vita della piazza. Seduto ad un tavolino dei tanti caffè che la circondano, concediti un momento di pace, ordina un tè alla menta e lasciati baciare dalla luce calda e rossa del tramonto. Poi, semplicemente osserva… lo spettacolo sarà emozionante! Terrazze panoramiche degne di nota: Gran Balcon du Cafè Glacier e Caffè de France.
2. Dormire in un Riad رياض
Il Riad sta a Marrakech come la baita sta alle Dolomiti. Non si può soggiornare in questa meravigliosa città senza dormire in una delle dimore marocchine per antonomasia. I Riad sono palazzi magnifici, oggi per lo più convertiti in boutique hotel, tipicamente disadorni all’esterno, ma belli da impazzire all’interno. Spesso celati in vicoli cechi, questi accolgono con sorpresa i turisti in un eden esotico. Oltrepassato il portale d’ingresso, un ampio cortile, di norma con una piscina o una fontana, da il benvenuto. Pareti mosaicate, piastrelle coloratissime, tendaggi preziosi, profumi d’incenso e, all’ultimo piano, una splendida terrazza, solitamente adibita a ristorante o zona relax, in cui gustare prelibatezze tipiche, assistere a spettacoli di folclore e ammirare il tramonto o le stelle, lasciandosi cullare dalle preghiere del muezzin. Noi abbiamo optato per il Riad Jemaa El Fna boutique hotel & spa, una vera coccola per i cinque sensi. Una struttura bellissima, nuova ed accogliente, a due passi dal luogo più centrale della medina. Personale estremamente disponibile, colazione tipica, cucina deliziosa e prezzi concorrenziali. Super consigliato!
LE JARDIN SECRET E’ proprio dalla fusione di due riad, uno islamico e uno esotico, che nasce il Jardin Secret, un meraviglioso giardino botanico che si nasconde nel quartiere Mouassine, vicino a una moschea dalle porte dorate. Un parco-museo dove non si può più soggiornare, ma che è un piacere visitare. Noi ci siamo entrare nel tardo pomeriggio per rilassarci all’ombra del prezioso gazebo intarsiato e poi concludere la giornata sorseggiando tè alla menta in terrazza.
3. I Suq سوق
I suq sono i tipici mercati/bazar, storicamente organizzati in corporazioni, che animano la vita commerciale della città e ne accendono di folclore le strade. Un affascinante dedalo di viuzze, protette dal sole da stuoie di canna, che brulicano di gente e botteghe dai mille odori e colori. Esistono Suq di ogni tipo: dedicati alla frutta secca, alle babbucce, alla pelletteria, alle lanterne forgiate in ferro, alle matasse di lana e cotone tinte al momento. Diversi per tema, ma accomunati dalla stessa frenesia, questi immensi bazar unendosi fra loro si trasformano in una città nella città. La vera parola d’ordine? Contrattazione. Nei suq perderai letteralmente la testa: vedrai talmente tante cose belle, e mille modelli di ognuna di esse, che sarai preso dall’istinto irrefrenabile di acquistare tutto. Ricordati dunque di partire dall’Italia con una valigia completamente vuota (la riempirai, stanne certo) e di non chiudere mai l’affare prima di aver almeno dimezzato il prezzo dell’offerta iniziale (tieni presente del 1 euro vale pressapoco 10 dirham). Hai bisogno di una pausa? Place Rahba Kedima, detta anche “piazza delle spezie” ti sembrerà un miraggio: un luogo finalmente alla luce del sole. Un antico mercato degli schiavi, dove oggi si riuniscono farmacisti e curatori pronti ad offrirti ogni sorta di elisir o rimedio naturale. Una piazza vivacissima delimitata da edifici ricoperti di tappeti in vendita e, sulle terrazze, localini super cool in cui trovare ristoro dopo lo shopping. Noi abbiamo pranzato con un’ottima tajine dall’alto del Cafè Chinguitti. Particolarmente alla moda anche il Cafè des Epices.
4. Quartiere dei Conciatori المدابغ
Una delle esperienze più particolari da vivere a Marrakech è la visita al mattino presto del quartiere dei conciatori, una zona marginale e decisamente popolare proprio a ridosso delle mura. Qui i volti occidentali scompaiono, google maps pare perdere il senso dell’orientamento fra le vie labirintiche e tutto si fa estremamente autentico. Con l’aiuto di una guida di fortuna (un berbero venuto dalle montagne per lavorare le pelli in città in quella giornata), in cambio di qualche moneta, abbandoniamo gli itinerari più battuti e, attraversando zone desolate, arriviamo finalmente a Debbaghine. La visione è un pò dantesca: vasti campi di alveoli scavati nel suolo dove ristagnano bagni di calce ed escrementi di piccone. Lì dentro gli uomini pigiano le pelli, le scamosciano e le tingono per poi farle seccare al sole, ottenendo in questo modo un prodotto assai pregiato. Un anziano signore ci accompagna alla scoperta del luogo, consigliandoci di sniffare dei rametti di menta fresca per farci resistere alla puzza nauseante. Lo sapevi che la pelle vera non odora né brucia? E’ sempre emozionante rapportarsi con le persone del posto, parlare con loro; conoscerne i mestieri e quei segreti millenari tramandati di generazione in generazione.
5. Kasba قصبة e Mellah ملاح
E’ nella zona meridionale della città che si concentrano la Kasba e il Mellah: la cittadella reale e il quartiere ebraico, due punti d’interesse imperdibili per ragioni diverse. La Kasba dall’alto del suo prestigio millenario, si presenta ai turisti con lo splendore dei suoi edifici storici e l’eleganza dei suoi hammam. Tutt’intorno bei caffè terrazzati in cui trovare ristoro fra una visita culturale e l’altra. Porte massicce e mura altissime popolate da nidi di cicogne delimitano il Palazzo reale. Poco più in là, le Tombe saadiane (i sontuosi mausolei degli antichi sovrani) e il Palazzo Bahia (la fastosa dimore del Gran Visir) sono due tappe d’obbligo super instagrammabili: cortili interni tappezzati da mosaici preziosissimi e vetrate smaltate dai mille colori…una vera gioia per gli occhi e per lo spirito!
L’atmosfera regale lascia spazio ad un clima molto più popolare nel Mellah, la zona dove vivono gli ultimi ebrei della medina. Un microcosmo a sé, delimitato da porte che ne controllano l’accesso, conosciuto oggi come uno dei quartieri più poveri della città. Un reticolato di viuzze con edifici deteriorati dove non si incontrano né donne né occidentali e dove è piuttosto sconsigliato girovagare la notte. Eppure, almeno di giorno, qui una passeggiata noi la consigliamo, se non altro per visitare la bellissima Sinagoga e scoprire un volto meno conosciuto della Marrakech più modaiola.
6. Security Questions
Abbiamo mai avuto paura?
Quartiere ebraico o no, questa è una città profondamente intrisa di cultura mussulmana che, per ovvi motivi, è molto lontana dalla nostra. Dunque, Marrakech non è affatto una meta pericolosa, semplicemente – specie per due ragazze (bionde, per di più) – la sensazione che spesso si può avvertire è quella della non tranquillità più totale, forse anche per il modo, tipicamente molto espansivo, che il popolo marocchino ha di relazionarsi. Di sguardi languidi di uomini fin troppo curiosi se ne percepiscono parecchi e gli scippi, si sà, sono davvero all’ordine del giorno (gli stessi locali si raccomandano di fare attenzione ad iPhone e zaini). Ma – parliamoci chiaro – in quale metropolitana di una grande città si è mai girato serenamente con lo zaino aperto, o in quale stradina poco illuminata di Parigi ci si è mai sentite sicure al 100% in quanto ragazze? La risposta alla domanda iniziale è NO. No, non abbiamo mai avvertito una paura tale che ci impedisse di raggiungere determinate zone o vivere specifiche esperienze. Eppure, in molte occasioni abbiamo sentito l’esigenza di essere più accorte del solito. IL CONSIGLIO GUIDA CHE REGNA SOVRANO E’ SEMPRE QUELLO CHE RISPONDE AL BUON SENSO.
Qualche avvertenza nello specifico…
- Evita lo zaino. Opta per una borsa con cerniera sul davanti
- Non portare mai lo smartphone nella tasca posteriore dei jeans
- NON SCATTARE MAI FOTO A PERSONE O MERCI SENZA CHIEDERE PRIMA IL PERMESSO (ti obbligheranno a pagare e sarai costretto a farlo)
- Confoditi sempre fra la folla, specie nei quartieri dove non trovi altri occidentali. Evita di fermarti in un punto e restarci troppo a lungo… è sempre bene non dare troppo nell’occhio.
- Qualche moneta devoluta ad una guida di fortuna spesso ti aiuterà a girovagare ovunque senza ricevere attenzioni indesiderate o rischiare di perderti. Incontrerai persone, sopratutto commercianti, di un’insistenza estenuante. La prossemica è un’entità sconosciuta nella comunicazione marocchina. L’essere così invadenti, spesso “appiccicosi”, che a noi occidentali può tanto disturbare, qui è un qualcosa di assolutamente normale. Dunque, indispettirsi è del tutto inutile; molto meglio provare a calarsi nel mood e sforzarsi di essere quanto più indifferenti.
7. Hammam حمّام e Hennè الحناء
In Marocco per la bellezza estetica vi è un vero e proprio culto. Un pò come in tutti gli altri paesi di cultura araba ti capiterà di incontrare donne bellissime (più o meno occidentalizzate) che, quando non saranno coperte dal velo, mostreranno capelli corvini morbidi come la seta e pelli ambrate super luminose. Il loro segreto? Probabilmente la clemenza di madre natura e, in aggiunta, gli effetti benefici dell’hammam, un must della tradizione marocchina. Si tratta di un rituale di bellezza in cui ci rilassa fra vapori umidi e massaggi che ha come fine ultimo l’eliminazione della pelle morta mediante fanghi di argilla. Un toccasana dopo una frenetica giornata alla scoperta della città. Ogni quartiere possiede il suo hammam pubblico, tipico, senza fronzoli e a tariffa modica: senza dubbio più folcloristico ma anche meno rilassante. Fra quelli privati esistono invece Spa magnifiche, prima fra tutte Les Bain de Marrakech. Noi abbiamo provato Les Bain de l’Alhambra, nel cuore della Kasba, davvero super consigliato. (N.B. Non importa quale sceglierai, ma se opterai per un hammam privato ricordati di prenotare).
Un’altra pratica di bellezza molto in voga fra le donne marocchine è quella dell’henné, tatuaggi temporanei dagli schemi decorativi complessi, realizzati con estratti vegetali solitamente su mani o piedi. La città è piena di signore che ti convinceranno a fartene fare uno. Ne esistono di vari colori e durata (che è sempre meno di quella decantata), dunque non temere di essere fuori luogo una volta rientrato in Italia ed, anzi, “vivi sulla pelle” il tuo viaggio a Marrakech!
8. Camel Ride
Girovagando per la Medina o informandovi presso il vostro hotel/riad troverai tantissime proposte per escursioni più o meno lunghe con partenza da Marrakech. Avendo a disposizione più giorni potresti optare per una notte in deserto oppure per la visita in giornata alla città costiera di Essaouira. Noi, non volendo sottrarre tempo alla scoperta di tutti gli angoli di Marrakech, abbiamo scelto di ritagliarci solo un paio d’ore al tramonto per una gita in cammello presso la Palmeraie. Nata, secondo la leggenda, dai noccioli dei datteri gettati dai soldati almoravidi nel XII secolo, questa oasi a meno di 10 km dalla città conta più di 100.000 piante. Vi arriviamo in pick-up e dopo essere state vestite con tanto di caftano e turbante, ci addentriamo in un scenario desertico e silenzioso sul dorso di un cammello. Ci aspetta una sosta in uno dei tanti villaggi berberi che, minacciati dall’agressione edilizia dei resort di lusso, ancora popolano l’area. Merenda in una tenda tradizionale a base di tè alla menta e dolcetti marocchini e poi un saluto ai bambini che giocano felici fra la polvere rossa della sabbia e sembrano stregati dai nostri capelli biondi. Sulla via del ritorno, il sole che inizia ad abbassarsi sulle montagne dell’Atlante crea magnifici giochi di ombre fra noi, il terreno brullo e la miriade di palme secolari. Un’esperienza semplice ma piacevole per sfuggire un istante alla frenesia della Medina.
9. Jardin Majorelle حديقة ماجوريل
Benvenuto nel mondo dello stilista francese Yves Saint Laurent, uno tra i creatori di moda più celebri del secolo scorso. Nato in Algeria e vissuto a Parigi, trova il suo posto del cuore proprio a Marrakech. E’ il 1980 quando insieme al compagno Pierre Berge salva dalla distruzione la casa-studio del pittore Jacques Majorelle, che negli anni Trenta creò questo giardino concependolo proprio come un’opera d’arte. Un’Eden dove abbondano boungaville, palme, cactus, papiri e ninfee fra il verde Veronese degli zelliij, il rosso porpora dei viali, il blu vivo delle mura della villa e il giallo canarino dei suoi tendaggi. Un’esplosione di colori che rompe il silenzio di un polmone verde dalle connotazioni esotiche. Noi l’abbiamo visitato la mattina presto, subito dopo l’apertura: l’unico modo per goderne a pieno, senza essere tediati dalle mandrie di turisti a caccia di selfie. Da lì poco distante, anche il Museo di Yves Saint Laurent merita una visita: una struttura espositiva di notevole prestigio, spesso sede di interessanti mostre temporanee, che racconta la storia dei successi creativi dello stilista in modo davvero suggestivo. PS.Noi vi siamo arrivate in tuc tuc da Piazza Jemaa El-Fna…un’altra esperienza caratteristica da provare!😁
10. La cucina marocchina
Si mangia bene a Marrakech? La risposta è sì, divinamente. La cucina marocchina è un tripudio di colori, odori e sapori che ti conquisterà, ne siamo certe. Il profumo intensissimo delle spezie e i fumi delle griglie che ti stordiscono fin dalla strada, non possono che condurti in qualche fantastico ristorantino. Locali super caratteristici che servono pietanze squisite sono disseminati in ogni angolo della medina: avrai semplicemente l’imbarazzo della scelta. Cous cous (vegetariano, di pollo, di agnello, di mucca) e Tajine (l’equivalente berbero del nostro spezzatino) dominano la scesa, insieme alla frutta secca, abbinata squisitamente ad ogni ricetta, sia dolce che salata. Una nota di merito spetta anche ai Briwat, triangolini di pasta fillo fritti e ripieni di carne o verdure: un must fra i banchi street food di Marrakech. Voglia di dolce? La pasticceria marocchina è il paradiso degli amanti della pasta di mandorle. Dolcetti sfiziosi, anche se non troppo leggeri, guarniti di datteri freschissimi e croccante irresistibile. Ultimo, ma non per ultimo, il Tè alla menta, un vero e proprio omaggio di benvenuto che ti verrà offerto più volte al giorno. Servito in teiere d’argento e da una certa altezza con tanto di acrobazie, ti stregherà fin dal primo sorso e non potrai più farne a meno.
Dove mangiare? Ecco i locali di cui siamo innamorate
- Riad Jemaa El-Fna Restaurant Il ristorante del nostro riad, accessibile anche al pubblico esterno. Cucina tipica marocchina con possibilità di scegliere alla carta oppure optare per un menù degustazione. Terrazza all’aperto ed ogni sera musica tradizionale dal vivo.
- La Salama Locale di tendenza, sviluppato su più piani. Location suggestiva e terrazza verrandata con soffitto ricoperto da potus pendenti. Cucina tipica marocchina, leggermente rivisitata in chiave contemporanea. Pasticceria (di stampo francese) eccezionale. Ad intrattenere, spettacoli di danza del ventre.
-
Le Marrakchi Ristorante tipico marocchino per autonomasia. Pareti mosaicate e sala a lume di candela con affaccio diretto su Piazza Jemma El-Fna. Cucina tradizionale. Musica e spettacoli dal vivo.
La guida/cartina che più preferiamo quando si tratta di scoprire città
Sottoscrivo tutto e per tutto! Mi hanno chiesto un euro per aver fatto una foto ad un asino con il pon pon fucsia 😅 Ci ritornerei anche domani, in una settimana non ho visto tutto tutto e nel 2019 stanno facendo restauri alla Madrasa.
"Mi piace"Piace a 1 persona
Grazie mille Giulia😊 Proprio così, una città meravigliosa!🇲🇦😍 Ehh infatti era chiusa la Madrasa purtroppo… sarà per la prossima volta!😄
"Mi piace""Mi piace"